Pubblichiamo questo estratto di un interessante articolo di Isabella Crespi, professoressa Associata di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università di Macerata, Dipartimento di Scienze della Formazione, dei Beni Culturali e del Turismo, dal titolo:

Ragazze secolarizzate

L’articolo affronta il cambiamento della relazione con la Chiesa, soprattutto tra le donne un tempo principali alleate della fede cattolica in Italia, e oggi sempre più lontane dall’adesione a norme e regole religiose.

Il nostro è un paese dichiaratamente cattolico e come tale occupa una posizione particolare nel contesto occidentale.

La religione cattolica appare profondamente radicata nella collettività nazionale, e in Italia sembra per lo più incanalarsi nelle forme di religiosità ufficialidell’istituzione ecclesiale, quali ad esempio la partecipazione ariti e momenti aggregativi (battesimo, messa, comunione, funerali, ecc.).

La religiosità in Italia rimane un riferimento significativo per la maggioranza della popolazione e la tenuta nel tempo è sicuramente più alta che in altri contesti europei anche se diversa rispetto al passato.

Si pongono quindi nuove domande per capire come è cambiata l’esperienza religiosa, con quali modalità essa perdura nella società contemporanea, e in che modo coinvolge la partecipazione e il vissuto religioso di uomini e donne.

A livello nazionale, gli studi mostrano una crescente pluralizzazione delle modalità di appartenenza e di espressione della religiosità, maschile e femminile, dentro e fuori dai contesti istituzionali delle chiese.

La maggioranza della popolazione italiana si dichiara ancora oggi cattolica (60,1%).

Largamente minoritarie sono le persone appartenenti ad altre famiglie religiose (dagli islamici ai buddisti, dagli ebrei alle altre cristiane o non cristiane: complessivamente il 6,5%).

Per contro, un italiano su tre (33,4%) non sente di appartenere ad alcuna confessione religiosa, una quota che è cresciuta significativamente dal 2000 quando era al 18,8%.

Le differenze tra uomini e donne sono andate a intrecciarsi sicuramente con il mutamento dei ruoli.

La messa in discussione degli stereotipi e la crescente emancipazione femminile degli ultimi decenni hanno offerto alle donne nuove modalità di presenza all’interno degli spazi pubblici e privati e quindi anche in quelli religiosi ed ecclesiastici.

L’analisi del rapporto tra genere e religioni evidenzia alcuni elementi ricorrenti: una complessiva maggiore partecipazione femminile ai riti e ai momenti di passaggio religiosi, soprattutto da parte delle generazioni più adulte di donne nel corso dei decenni rispetto ai maschi; un diverso approccio alla religiosità; una maggiore adesione femminile alle norme e alle regole religiose anche se all’interno di un contesto di progressivo allontanamento dalle istituzioni ecclesiastiche di molti credenti.

La variabile ‘genere’ continua ad avere un effetto significativo sulle dimensioni della religiosità……………………..

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