ll10 dicembre 1948, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Dopo questa solenne deliberazione, l’Assemblea delle Nazioni Unite diede istruzioni al Segretario Generale di provvedere a diffondere ampiamente questa Dichiarazione e, a tal fine, di pubblicarne e distribuirne il testo non soltanto nelle cinque lingue ufficiali dell’Organizzazione internazionale (cinese, francese, inglese, russo e spagnolo), ma anche in quante altre lingue fosse possibile usando ogni mezzo a sua disposizione.

L’ASSEMBLEA GENERALE proclamò la  Dichiarazione Universale dei Diritti Umani come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avesse costantemente presente questa Dichiarazione.

Riportiamo i primi, significativi, 2 articoli della Dichiarazione

Articolo 1

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Articolo 2

Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità. .

Dopo 70 anni dove siamo?

Quella Dichiarazione creò una nuova tipologia di protezione degli esseri umani dai “crimini contro l’umanità” commessi dal totalitarismo hitleriano.

La fotografia di tali diritti nel 2018, scattata da Amnesty, ci dimostra che nel Mondo non sono a disposizione di tutti gli esseri umani, anzi c’è una pericolosa tendenza alla loro limitazione o adirittura sospensione. 

 L’Europa non è esente da questa deriva; Amnesty certifica che nel 2018, nel nostro continente, è aumentato l’odio caratterizzato “dall’aumento dell’intolleranza, dell’odio e della discriminazione, in un contesto di progressivo restringimento degli spazi di liberta’ per la societa’ civile” e in cui “richiedenti asilo, rifugiati e migranti sono stati respinti o abbandonati nello squallore mentre gli atti di solidarieta’ sono stati criminalizzati”.