“L’evasione fiscale non è ineluttabile”. Si può combattere attraverso una seria politica di contrasto, anche se nell’attuale dibattito politico “il tema non è presente”. Occorre riportarlo al centro al più presto possibile”.

Queste le parole della vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, nel concludere il seminario di studio in Corso d’Italia, del 16 luglio scorso, dal titolo “Non è un Paese per evasori…”.

“Abbiamo deciso questo incontro alla vigilia della legge di bilancio e della nota aggiornamento del Def – ha esordito Gianna Fracassi – perché abbiamo le nostre proposte che proviamo a discutere con il governo.

Dentro la legge ci sarà già un’operazione di sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, per non aumentare le aliquote Iva ai cittadini in un contesto già complesso”.

Da parte sua, la Cgil “sta discutendo su alcune priorità da estrapolare dalla piattaforma fiscale, per portarle al confronto con il governo”.

Fracassi si è soffermata sull’evasione e sulla sua percezione oggi in Italia. “Il dibattito pubblico va modificato a livello proprio culturale: l’evasione non è inevitabile nel nostro Paese. A volte questo sembra uno slogan, per questo la lotta all’evasione va spiegata e declinata nel dettaglio, il tema va affrontato in modo profondo”.

Al contrario, nel dibattito politico odierno “c’è proprio la volontà di non parlarne: all’incontro con Salvini si parlava di economia, ma non è mai stata pronunciata la parola evasione. Il tema era completamente assente”.

L’impressione è quindi che ci sia “un pregiudizio preventivo” ad affermare questo come “elemento portante di una politica economica che provi a cambiare il Paese”.

Attualmente “c’è un impoverimento del lavoro, scarsità e inefficacia delle politiche di contrasto – ha proseguito Fracassi -. Dobbiamo pensare che viviamo una condizione è inedita: attraversiamo una fase mai conosciuta, per gli evasori non c’è più una condanna sociale, essere poveri è divenuta una colpa.

E questo c’entra molto con l’evasione: perché prima di tutto la pratica di evadere rompe la coesione sociale nel Paese. Nel non contrastare l’evasione accettiamo di avere condizioni sociali più basse: meno scuole, strade meno curate, pochi investimenti e poche politiche per i giovani”.

L’evasione insomma “rompe il patto sociale costitutivo del Paese e così lede tutta la nostra dimensione democratica”.

Quando si parla di autonomia differenziata si usa l’espressione “residuo fiscale”: “Già questo è molto significativo, non c’è una minima idea del fisco come strumento dello Stato per costruire una solidarietà, va fatta una pulizia anche lessicale”.

La sindacalista è tornata a criticare con forza la flat tax proposta dal governo: “Una misura che penalizza due volte lavoratori e pensionati: oltre alla beffa fiscale avranno meno servizi, perché da qualche parte si dovranno prendere le risorse per finanziarla. Un provvedimento di questo tipo, per il meccanismo a scaglioni del nostro sistema fiscale, favorirà i redditi più alti e di fatto abbasserà le entrate complessive”.

L’impegno della Cgil sui temi fiscali non si ferma anzi si rinnova, ha concluso Gianna Fracassi: “Da settembre faremo un grande lavoro per spiegare perché chiediamo un’inversione di tendenza”.