Nei giorni scorsi il Senato ha dato il via libera definitivo  al ddl sulla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, il cosiddetto Codice rosso.

Il provvedimento, che ha incassato l’ok definitivo del Parlamento e che con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale sarà quindi legge, ha ottenuto 197 sì e 47 astenuti. Tra gli astenuti Leu e Pd.

Ecco il commento di Giorgia Fattinnanzi, Liliana Ocmin e Alessandra Menelao di CGIL, CISL e UIL:

“L’approvazione del Codice Rosso è un’occasione mancata per fare un vero passo avanti sul tema della violenza maschile contro le donne”.

Pur apprezzando l’introduzione di fattispecie di reato importanti come il ‘revenge porn’, i matrimoni forzati e le lesioni permanenti del viso – proseguono – , riscontriamo che le criticità che avevamo avanzato, durante le audizioni, non sono state prese in considerazione. In particolare, ci preoccupa l’ascolto della vittima entro tre giorni, perchè rappresenta un’arma a doppio taglio. Il momento successivo alla denuncia è quello a più alto rischio per la vittima poichè essa è lasciata sola. Riteniamo che la donna debba sentirsi protetta e sostenuta”.

Talvolta – avvertono Fattinnanzi, Ocmin e Menelao – la donna non sentendosi adeguatamente salvaguardata ritratta la denuncia. Inoltre, si rifà strada l’idea che la vittima menta, che usi la denuncia per violenza come vendetta nei confronti dell’ex compagno. Non ci convince l’istituzione dell’Osservatorio presso il Ministero di Grazia e Giustizia perchè riconduce questo tema a fatto da risolvere solo sul piano repressivo, mentre la battaglia che stiamo portando avanti è culturale e riguarda i temi della Prevenzione, della Protezione, della Punizione e delle Politiche integrate”.

Per questo riteniamo importante agire correttamente sul piano formativo in particolare per quanto riguarda la formazione degli operatori di polizia, dei carabinieri dei magistrati e di tutti gli operatori che a vario titolo hanno a che fare con le vittime di violenze. Vogliamo ricordare che è stato appena svolto un censimento dei centri antiviolenza, sostenuto con fondi pubblici, che rischia di essere inutile perchè il Codice Rosso non annovera i risultati del censimento all’interno della norma. Infine – concludono le dirigenti sindacali – , il Codice Rosso ha un’invarianza di spesa e questo ne riduce di fatto la sua efficacia e portata”