Autore: spitorino

Pensioni: Cgil, basta spot improvvisati

Ghiselli a RadioArticolo1: “Il governo è passato dall’idea di cancellare la Fornero, che presupponeva una modifica radicale del sistema, a semplici annunci. Non sembra ci siano le condizioni per una discussione vera” “Il governo è passato da un’idea di cancellazione della legge Fornero, proposta in campagna elettorale, che in qualche nodo presupponeva una modifica radicale del sistema previdenziale, a semplici spot e annunci improvvisati. Dunque, non sembra ci siano le condizioni per fare una discussione su una vera riforma delle pensioni”. Così Roberto Ghiselli, segretario confederale Cgil, oggi ai microfoni di Italia parla, la rubrica quotidiana di RadioArticolo1. ​“Il ministro del Lavoro e dello sviluppo, Luigi Di Maio, parla di quota 100 e quota 41: il problema è che per funzionare quei numeri devono essere accompagnati da una serie di condizioni che attualmente non ci sono. Al contrario, esiste il paletto dei 64 anni d’età e dei 36 anni di contributi, che di fatto penalizza tantissime persone, perché presuppone il ricalcolo contributivo di tutto il montante e una carriera lavorativa molto costante, introducendo livelli che pochissimi lavoratori possono raggiungere. Penso a disoccupati, cassaintegrati, invalidi, a chi fa lavori gravosi, a chi assiste persone non autosufficienti, tutte categorie che addirittura andranno peggio di prima, perché l’Ape sociale – strumento di cui non siamo particolarmente entusiasti -, comunque garantiva a una certa platea l’uscita a 63 anni”, prosegue il dirigente sindacale. “La...

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La povertà in Italia – Comunicato Stampa Istat

Le stime diffuse nel report (www.istat.it) sulla povertà in Italia si riferiscono a due distinte misure della povertà: assoluta e relativa, che derivano da due diverse definizioni e sono elaborate con metodologie diverse, utilizzando i dati dell’indagine campionaria sulle spese per consumi delle famiglie. Nel 2017 si stimano in povertà assoluta 1 milione e 778 mila famiglie residenti in cui vivono 5 milioni e 58 mila individui; rispetto al 2016 la povertà assoluta cresce in termini sia di famiglie sia di individui. L’incidenza di povertà assoluta è pari al 6,9% per le famiglie (da 6,3% nel 2016) e all’8,4%...

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Salute, chi non parte (dal Sud) è perduto

    L’analisi dei dati sulla mobilità sanitaria interregionale e sulla qualità dei servizi rivela un Paese segnato da profonde disuguaglianze nella capacità di assicurare il diritto alla salute: a farne le spese i cittadini del Mezzogiorno C’è una migrazione silenziosa – che non è considerata strumento di consenso politico e raramente desta l’interesse dei mezzi di informazione di massa – che ogni anno attraversa la nostra penisola. È il flusso di cittadini costretti a spostarsi dal proprio luogo di residenza per ricevere cure adeguate. La gravità del fenomeno, però, ormai è tale da non poter più essere ignorata....

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Allarme povertà: dai dati Istat la drammaticità della situazione in cui si trovano più di 5 milioni di persone

L’ISTAT ha pubblicato i dati sulla povertà in Italia dando un quadro sull’andamento di questo indicatore dal 2005 al 2017 e differenziando tra “povertà assoluta e “povertà relativa”: Le famiglie in “povertà assoluta” sono 1.778.000, cioè il 6,9% di tutte le famiglie italiane, nel 2005 erano 819.000. Se traduciamo questo dato famigliare in numero di persone possiamo vedere che più di 5.000.000 di cittadini si trovano in questa condizione di povertà assoluta, cioè l’8,4% della popolazione (nel 2005 erano 1.911.000). Dall’analisi dei dati emerge che il Mezzogiorno è l’area territoriale più colpita, i giovani sono i più fragili e tra questi poveri i più poveri sono gli stranieri. Come si può evincere la crisi economica, con le pesanti ricadute sul lavoro, ha dilatato la frattura nella distribuzione della ricchezza nel nostro paese; questi dati confermano il grande tema della equa redistribuzione della ricchezza che un Paese produce. Proprio in questi periodi in cui stanno passando messaggi su una riforma fiscale che punta al superamento della proporzionalità delle imposte, sulla possibile “pace fiscale è bene riportare all’attenzione di tutti questi dati che rappresentano un dramma per una parte consistente di persone. La povertà ha un impatto dirompente sulle persone e soprattutto nei nuclei famigliari. Servono intervento a tutto tondo, sul piano economico, sul piano formativo, psicologico e sociali capaci di spezzare la catena del disagio. L’Italia si è finalmente dotata...

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Il conto con lo sconto

Mentre si vuole abolire il tetto ai contanti, la Ue ci ricorda che il nostro Paese è al top per l’Iva non versata. Nelle transazioni tra privati sottratte all’Erario somme per 35 miliardi. In attesa della fattura elettronica… di Giorgio Frasca Polara 25/06/2018 L’Italia è ancora una volta in testa nell’Unione europea per Iva non pagata. Un calcolo del sommerso, cioè della truffa, dà una differenza di 35 miliardi tra imposta dovuta e imposta effettivamente versata. Il confronto tra Italia e gli altri paesi comunitari è stato fatto dalla Commissione europea che segnala anche una modesta riduzione dell’evasione italiana da 40.818 ad, appunto, 35.095 miliardi nell’arco di un quinquennio. Poca cosa, tanto più che la diminuzione non è dovuta ad una resipiscenza, come dire “morale”, dei truffatori ma alla adozione di uno strumento – lo split payment – in qualche misura efficace per l’Erario ma più oneroso per le imprese. Si tratta del meccanismo per cui è direttamente la pubblica amministrazione a versare l’Iva nelle operazioni con i fornitori privati. Ma resta il nodo delle operazioni da privato a privato: mercati, commercio minuto, ristorazione, caffetterie, ecc. Più efficace potrebbe rivelarsi l’arrivo (con il 1° gennaio dell’anno prossimo) della fattura elettronica, che supera lo split, che è generalizzata e che è ritenuta arma più efficace anche se con un limite rilevato dal Sole24Ore: l’omessa fatturazione, soprattutto se riguarda l’intero ciclo,...

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